Alessandro Russo - Composer
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A Mnemic Sequence - 2010

Picture
"A Mnemic Sequence"
1
Part One (Ouverture)
2 Part Two
3 Part Three (Living in a hole)
4 Part Four (Shadowswax)
5 Part Five (Wallman)
6 Part Six
7 Part Seven (Finale)

"Six Phases in Sequence"
8 Prima Fase (Ouverture)
9 Seconda Fase (In Limbo)
10 Terza Fase (Ghost)
11 Quarta Fase (Divertissement)
12 Quinta Fase (Into the grave)
13 Sesta Fase (Finale)

                            
                                                                                      
Introduzione all'opera "A Mnemic Sequence"

A Mnemic Sequence è un'opera che, sebbene possa apparire unitaria, presenta una notevole differenza nella cura degli espedienti compositivi adottati. Ciò che veramente unisce le due principali parti del disco (A Mnemic Sequence e Six Phases in Sequence, da considerarsi come brani interi di per sé) è il ruolo svolto dai filtri emotivi dell'autore: si può infatti notare la loro totale assenza in alcuni brani e la profonda passione di altri, creando una voluta dissonanza tra la composizione a livello quasi completamente inconscio e il forte trasporto espressionista.


Nella prima parte, da cui è tratto il titolo dell'opera, assume un ruolo di vitale importanza l'unione tra i sensi e la ricerca. A Mnemic Sequence non si colloca in nessun momento dello spazio e del tempo, ma tenta di percepire la natura in maniera sonnambula, come in un continuo flusso di coscienza musicale nel quale gli elementi in sottofondo tentano di prendere sopravvento su quelli della ragione. Le singole parti possono essere invertite e scambiate, il loro significato rimane invariato: si tratta di un lungo numero di sensazioni ovattate, sormontate dai suoni dell'ambiente che a livello musicale sono espresse attraverso alcune imprecisioni, dei veri e propri tic. Le ripetizioni, le eufonie ed i ritornelli vengono aggiunti solo più tardi, creando un'uniformità auditiva tra le varie parti del disco, senza influenzare mai la sonorità originale.

La seconda parte, Six Phases in Sequence, segue un'ispirazione nettamente opposta, configurandosi quasi come un'opera espressionista estrema. Lo scopo delle sei fasi che la compongono è la descrizione emotiva di un brevissimo lasso temporale: non solo quindi viene inclusa la variabile tempo, ma viene inserita per essere distorta a piacimento dell'autore, che dilata l'attimo per rendere possibile l'ascolto delle varie e discordi sensazioni. Non si tratta di una calca confusa di sentimenti, sebbene racchiusa in un istante, ma di un vero e proprio fulmineo viaggio caratterizzato da un inizio e una fine delineati con cura: così attraverseremo una profonda fase di irrequietezza, per giungere ad un limbo senza uscite, abitato da fantasmi inquieti . Le prime tre fasi sono ognuna la diretta conseguenza dell'altra, specchio di un momento d'angoscia intensissimo pur nella sua brevità. Le tre che seguono, al contrario, rappresentano un momento schizofrenico diviso tra improvvisa euforia e discesa profonda in uno stato senza soluzioni possibili, concludendosi in una lievissima flessione verso un finale aperto, che non lascia affatto intendere la volontà dell'autore ma anzi stimola la riflessione sulle diverse possibilità che seguiranno nel silenzio oltre il disco.

Per questo motivo, quest'opera non può dirsi affatto autoconclusiva, ma ha dirette conseguenze nella vita reale, essendo intrisa di attimi universali e di sensazioni prese in prestito direttamente dal tumulto che ci circonda e ci invade. L'autore si fa filtro del mondo stesso e restituisce in musica una cupa melodia di sottofondo, colonna sonora del nostro tempo.

                                                                                                                                                                                                                                                                    
                                                                                                                                                                                                                                                                           Eugenia Satta
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